Omibreed ha compiuto 18 mesi, e tutte le azioni sperimentali sono in pieno svolgimento. Due incontri tecnici, uno a ottobre e l’altro a febbraio, e l’incontro scientifico pubblico di livello nazionale lo scorso maggio hanno dato impulso alle attività di divulgazione del progetto, che si dispiega grazie a sei “pacchetti”, di cui uno di coordinamento e cinque di ricerca.
Nell’ambito del primo insieme di azioni sperimentali, quello per la selezione di genotipi resistenti, sono oltre 900 i campioni raccolti a livello nazionale, e oltre 2.500 quelli ottenuti con la mobilitazione della rete internazionale delle collezioni di germoplasma e dei centri di ricerca che si occupano di olivo,. L’obiettivo iniziale, superare i 3.000 campioni, sarà a breve raggiunto nei tempi previsti dal progetto, ed è partita la fase di screening attraverso indagini genetiche applicando specifici marcatori molecolari. Tra le analisi in corso ci sono anche quelle sulle linee di incrocio con parentale resistente alla Xylella, per indagare se e come questo tratto genetico possa trasmettersi anche ad altre varietà.
Riguardo il pacchetto di iniziative per la fenotipizzazione e studio dei meccanismi di resistenza, sono già partite le attività sperimentali per la valutazione della risposta di una parte delle piante selezionate a stress abiotici. Alcuni test per la valutazione dello stress a freddo sono già stati effettuati in febbraio su 25 cultivar, e saranno ripetuti nelle prossime settimane. Per la parte sullo stress idrico, la sperimentazione è stata avviata su 19 cultivar in vaso, come sono in pieno svolgimento le attività finalizzate a caratterizzare con i diversi approcci omici la risposta differenziale in piante resistenti e suscettibili.
A differenza degli studi di trascrittomica, già ampiamente utilizzati sull’olivo, per le altre discipline omiche (soprattutto proteomica e metabolomica) è stato necessario sviluppare una fase iniziale di messa a punto dei protocolli, anche per identificare il tessuto più idoneo e soprattutto definire le quantità di materiale vegetale necessario per ognuna delle analisi, aspetto questo critico per dimensione limitata delle piante sperimentali. E’ inoltre in corso la configurazione di modelli di Intelligenza Artificiale che, integrando tutti i dati sperimentali derivanti dai vari approcci di analisi, possano predire la risposta alle infezioni di Xylella di un determinato genotipo di olivo, riducendo quindi la fase di verifica biologica che richiede diversi anni.
Nelle fasi iniziali, perché basata sulle azioni sperimentali precedenti, è l’indagine sullo sviluppo ed applicazione di marcatori specifici per la selezione assistita.
Circa le iniziative per la valutazione della risposta a Xylella di varietà di mandorlo e ciliegio, sono stati contattati i colleghi del Volcani Center in Israele ed i colleghi dell’IVIA di Valencia, che in questi ultimi anni sono impegnati in ricerche sull’infezione dei mandorli. Sulla base delle informazioni raccolte è stato concordato di utilizzare la varietà Tuono come cultivar di riferimento. Le piante per l’azione sperimentale sono state selezionate e appena si otterranno le autorizzazioni fitosanitarie nelle prossime settimane inizierà la fase di infezione artificiale di piante di mandorlo e ciliegio.
Per quanto riguarda l’area delle nuove tecniche di conservazione di genotipi, Le attività di ottimizzazione delle condizioni di coltura in vitro sono in corso, e in Puglia è stata avviata la fase di identificazione di genotipi “antichi” a rischio estinzione a causa della diffusione della Xylella. In particolare, nel mese di maggio 2024 sono stati selezionati 8 genotipi antichi nella piana degli Ulivi secolari (in agro di Ostuni-Monopoli), le piante oltre ad essere georeferenziate e fotografate, sono state propagate per innesto prelevando delle marze. Per tutti gli 8 genotipi sono state ottenute 5-6 piante innestate, allevate in serra e da utilizzarsi per il prelievo di germogli giovani in accrescimento idonei per la stabilizzazione in vitro dei diversi genotipi.